Se fate parte di quella tipologia di persone che prova una spiccata idiosincrasia verso i musei, giovedì 28 maggio parte la sfida per provare a farvi cambiare idea.
Non è nemmeno troppo complicato: è sufficiente accendere la televisione intorno alle 21:30 e sintonizzarsi su rai1.
Il noto divulgatore scientifico Alberto Angela – che condivide la sua immensa bravura con il padre Piero – vi aspetta al Museo Egizio di Torino per un ciclo imperdibile di puntate che vi portano alla scoperta di tesori di millenaria antichità.
Le riprese notturne donano un tocco di magia alla narrazione, ma se pensate che sia solo una semplice esposizione degli oggetti racchiusi nelle teche di vetro, vi sbagliate. Il tocco personale di Alberto Angela si può gustare anche qui, come in tutti i suoi lavori e la storia antica diventa storia di persone, con il loro vissuto, le loro preferenze, le gioie ed i dolori.
Sembra impossibile, eppure il momento in cui un semplice paio di sandali ad infradito, posseduto probabilmente da Nefertari – “la scintillante stella all’inizio di un felice anno” – diventa ad un tratto un attimo di rievocazione commovente: cosa provava, ad esempio, il marito Ramses II nell’ascoltare il dolce fruscio del passo della moglie tanto amata?
Oggetto dopo oggetto, l’Antico Egitto viene svelato ai nostri occhi e non è difficile comprendere quanto quello che crediamo essere un passato lontano sia in realtà attuale più che mai: vesti, indumenti intimi, parrucche, orecchini, cocci dipinti… manufatti d’uso comune che hanno lo straordinario potere di raccontare.
Sapevate, ad esempio, che esiste un papiro che racconta uno dei più antichi “scioperi” della storia? Risale al 1156 a.C. e narra di una protesta da parte di operai specializzati che reagirono in modo fermo contro il ritardo nei pagamenti. Per la serie: niente di nuovo sotto il sole.
Tutto al Museo Egizio – ma è così per ogni reperto storico – ci parla: la materia è ben lontana dall’essere inanimata, essa anzi ha tanto da dire a chi ha la capacità di soffermarsi e che possiede il vivo desiderio di apprendere.
Questo tuffo nella storia in prima serata ha due caratteristiche che, opinione personale, faranno sciogliere anche i più refrattari ai programmi di divulgazione scientifica.
La prima è tutta merito del talento del grande Alberto Angela: sa tenersi ben alla distanza da quel tipo di divulgazione che pretende di rivelare chissà quali verità con tono enfatico e presupponente. Al contrario, fa della semplicità il suo punto cardine. Semplicità che non è semplificazione eccessiva, ma consiste nell’esporre un sapere di alto livello con termini comprensibili da tutti e spesso dall’alto impatto emotivo.
La seconda è il sapiente dosaggio di comunicazione, effetti speciali, figuranti ed interviste ad esperti, come il Maestro Riccardo Muti e la storica Eva Cantarella, cosicché il programma somiglia quasi ad una sinfonia, ad un incontro di più melodie che creano qualcosa di unico.
Stanotte al Museo Egizio.
Un consiglio personale: non perdetevi questo appuntamento con la storia.